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Storia



LA STORIA AVIATORIA DI FERRARA E POGGIO RENATICO PRIMA DEL 1923


Le origini dell’aviazione nel territorio Estense, ed in particolare dell’aviazione militare affondano le proprie radici nei primissimi anni del 1900, quando i ferraresi videro per la prima volta in città palloni aerostatici e dirigibili e video sorgere nell’area dell’attuale Base Logistica del Comando Operazioni Aerospaziali a Ferrara il nucleo di quello che diventerà poi l’aeroporto militare.


Grande impulso alle attività aviatorie militari fu dato senza dubbio dalla Prima Guerra Mondiale (1915-1918) ed è proprio in questo periodo che l’aeroporto di Ferrara fu potenziato e (dopo la disfatta di Caporetto) fu fondato il primo aeroscalo in territorio di Poggio Renatico, a seguito dell’arretramento della linea del fronte e della necessità di poter effettuare incursioni aeree da luoghi meno esposti al nemico. 


Durante il conflitto molti degli aviatori più celebri del periodo stazionarono o passarono per Poggio Renatico. Tra essi Francesco Baracca, Fulco Ruffo di Calabria, Aldo Bocchese e Guglielmo Fornagiari. L’allora Tenente Colonnello Armando Armani – un altro Asso, che diventerà una decina di anni dopo Capo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica - fu assegnato al comando di Gruppo proprio a Poggio dall’agosto 1918.




IL 1923 A POGGIO RENATICO, FORZA ARMATA AUTONOMA E NUOVA LINFA


Al termine del primo conflitto mondiale, a causa della sospensione dei finanziamenti da parte del Ministero e dei problemi legati al ridimensionamento del personale di volo e di terra ed allo scioglimento di alcune squadriglie, le richieste avanzate dal Ten. Col. Armani per mantenere la realtà aviatoria di Poggio Renatico, che tanto aveva contribuito negli ultimi mesi del conflitto alla vittoria dell’Italia, non vennero prese in considerazione. In questa situazione si inquadrano i due incidenti mortali accorsi nel 1919. Nel primo, marzo 1919, perse la vita il ten. Giuseppe Gattini che pilotava un Caproni 600 Hp, capottato in fase di atterraggio per le pessime condizioni della pista, resa fangosa dalle abbondanti piogge. Il secondo, alcuni mesi dopo, quando un Ca 4 capottò in fase di atterraggio causando la morte del caporale Grassi e del pilota maresciallo Sambataro.

Vista la situazione venutasi a creare all’aeroporto vennero presi severi provvedimenti disciplinari nei confronti di diversi ufficiali e l’attività aviatoria subì una forte battuta di arresto sino al 1923 quando con Regio Decreto fu istituita la Regia Aeronautica come terza forza armata del Regno d’Italia.

Questo influì notevolmente anche sulla realtà aviatoria di Poggio Renatico che in seguito divenne sede di valorosi reparti dell’aeronautica militare.


  



LE FORZE AEREE PRESENTI A FERRARA E POGGIO RENATICO


La 1^ Brigata Aerea da Bombardamento 

Istituita a Ferrara il 2 ottobre del 1931 era composta dal 14° e 15° Stormo, dislocati all’aeroporto di Ferrara, e dall’8° Stormo all’aeroporto di Poggio Renatico. Il primo comando fu assegnato al Generale di Brigata Aerea Francesco Pricolo, già pilota di aeronavi durante il primo conflitto mondiale. 

 

14° Stormo, cenni storici

Costituito sull’aeroporto di Ferrara il 15 gennaio del 1927, era composto in origine da due Gruppi: il 27° Gruppo da Bombardamento Notturno ed il 44° Gruppo da Bombardamento Diurno. Quest’ultimo venne poi trasferito all’aeroporto di Poggio Renatico dal 10 maggio del 1929. Nel giugno del 1931 lo Stormo cambiò denominazione in Stormo Bombardamento Diurno, composto dal 44° e 45° Gruppo, quest’ultimo in sostituzione del 27° che venne trasferito alle dipendenze dell’8° Stormo da Bombardamento Notturno, appena formato. 

Il 14° Stormo iniziò da questa data un’intensa attività addestrativa e di rappresentanza, poi nel 1935 e 1936 prese parte alle operazioni in Africa Orientale svolgendo numerose missioni di ricognizione e bombardamento. Nell’ottobre del 1936 lo Stormo fu sciolto ed i Gruppi destinati ad altre basi aeree. Il 1° settembre del 1935 a Ferrara venne costituito il 14° Stormo bis che lasciò l’aeroporto di Ferrara nel 1936 con destinazione Gorizia. All’entrata in guerra dell’Italia (10 giugno 1940) lo Stormo fu trasferito in Africa Settentrionale Italiana, dove effettuò azioni di bombardamento e mitragliamento di obiettivi navali e terrestri, subendo numerose perdite di uomini e mezzi. Per queste azioni fu concessa alla Bandiera del 14° la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Lo Stormo venne sciolto il 15 gennaio del 1942. 

 

15° Stormo, cenni storici

Costituito il 1° giugno del 1931 all’aeroporto di Ciampino, era composto dal 46° e 47° Gruppo. Lo Stormo fu trasferito nell’ottobre dello stesso anno all’aeroporto Michele Allasia di Ferrara. Dotato, nel 1935, dei nuovi velivoli S. 81, fu impiegato l’anno successivo nell’Africa Settentrionale, allo scopo di addestrare piloti al volo ed al bombardamento. All’entrata in guerra dell’Italia lo Stormo venne trasferito in prossimità al confine tunisino, poi sul fronte orientale, operando in attività di ricognizione e bombardamento terrestre e navale per un totale di 3582 ore di volo, delle quali 2510 di combattimento. Alla Bandiera dello Stormo venne concessa per il valoroso ed intenso operato la Medaglia d’Argento al Valor Militare. 

Rientrato in Italia il 2 marzo del 1942, venne riorganizzato e dotato di aerei CR.42 diventando 15° Stormo d’Assalto. Tornato in azione in Africa Settentrionale nell’agosto dello stesso anno, svolse un’intensa attività di scorta ai convogli e mitragliamento terrestre, per poi rimpatriare nel febbraio del 1943 a Vicenza.

Dopo ulteriori spostamenti in altre regioni trovò sede a Firenze dal 6 agosto sino all’8 settembre, quando viene sciolto.


8° Stormo, cenni storici

Costituito come Stormo da Bombardamento Notturno a Ciampino il 1° luglio del 1926, era composto dal 26° Gruppo Bombardamento Notturno, con la 11° e 13° Squadriglia, e dall’86° Gruppo Bombardamento Marittimo, con la 190° e 191° Squadriglia, con il successivo accorpamento, nel maggio del 1928, del 7° Gruppo Autonomo Caccia Terrestre con la 76°, 84°, 86° e 91° Squadriglia. 

Per la diversità dei Gruppi che lo componevano venne definito Stormo Misto e preparato all’operatività a largo raggio.

Nell’ottobre del 1929 lo Stormo venne sciolto per poi essere ricostituito, il 1° giugno del 1931, sull’aeroporto di Ferrara. Allo Stormo faranno parte il 27° Gruppo, con la 17° e 18° Squadriglia (con base a Gorizia), ed il 28° Gruppo, con la 10° e 19° Squadriglia (con base a Lonato Pozzolo), trovando sede definitiva all’aeroporto di Poggio Renatico il 13 ottobre dello stesso anno. Nel 1934 lo Stormo si aggiudicò la prestigiosa Coppa del Nastro Azzurro. Le operazioni belliche iniziarono nel 1935 con la partecipazione alle azioni di bombardamento, di rifornimento e ricognizione in Africa Orientale. In questo intenso periodo operativo lo Stormo effettuò 2431 azioni con 5060 ore di volo, 5919 quintali di rifornimenti lanciati e 4086 quintali di esplosivo impiegati.

Tornò all’aeroporto di Poggio Renatico il 20 luglio del 1936 per riunirsi con l’8° Stormo bis appena costituito.

Dotato dei nuovi bombardieri s.79, nel 1937 operò in Spagna, per poi sciogliersi il 31 maggio del 1939.

Ricostituito nel luglio dello stesso anno sull’aeroporto di Alghero, venne trasferito un anno dopo all’aeroporto di Villacidro dove il 15 luglio 1940 effettuò la prima missione di guerra. Nel 1941 partecipò alle azioni in Africa Settentrionale, e nel 1943 venne trasferito in Sicilia per poi essere nuovamente spostato a Perugia poi a Viterbo, dopo l’occupazione delle forze anglo-americane. L’ultimo spostamento lo effettuò a Bologna dove rimase sino all’8 settembre, data dello scioglimento.


11° Stormo, cenni storici

Oltre al 14°, 15° e 8° Stormo si costituì a Ferrara il 1° gennaio del 1936 anche l’11° Stormo. Ultimo nato era formato dal 33° Gruppo, con la 59° e 60° Squadriglia e 34° Gruppo, con la 67° e 68° Squadriglia. Era dotato inizialmente di velivoli BR. 3, sostituiti poi dagli S. 81 ed in seguito dai Ca 135 e S. 79. Nell’aprile del 1937 gli venne consegnata la bandiera di guerra e fu trasferito a Foggia nell’eventualità di un impiego operativo offensivo in Albania. 

Trasferito a Comiso nel giugno del 1940, effettuò nel mediterraneo azioni contro i convogli nemici e sul territorio di Malta. I Gruppi vennero successivamente divisi: il 33° entrò nella 13° Divisione Pegaso in Libia ed il 34° venne messo alle dipendenze del Comando Aeronautica Egeo. Sia il 33° che il 34° Gruppo svolsero un importante attività di ricognizione, bombardamento terrestre e navale e di siluramento. Il 20 maggio del 1941 l’11° Stormo sarà sciolto definitivamente con la concessione alla Bandiera della Medaglia d’Argento al Valore Militare. 

LA SCUOLA DI VOLO A VELA

Per la preparazione dei futuri piloti, nell’eventualità di un intervento bellico e per formare personale che poi sarebbe entrato nelle fila dell’Aeronautica Militare, diverse nazioni diedero vita, negli anni 30, ai centri di addestramento al volo a vela su tutto il territorio nazionale, riservati ai giovani ed agli studenti che dimostravano attitudini particolari a questa disciplina ed alla vita militare. L’aeroporto di Poggio Renatico ospitò una di queste scuole di volo che in breve diventò scuola d’eccellenza. L’attività volovelistica era finalizzata non solo alla pratica sportiva ma alla formazione di futuri piloti che presto avrebbero lasciato l’addestramento al volo librato per intraprendere quello a motore e che, all’occorrenza, sarebbero entrati nella Regia Aeronautica Militare. 

Di questa tipologia di preparazione ne è testimone il brevetto ritrovato tra documenti del pilota tedesco Karl Heinz Schminke, dopo il recupero dei resti dell’aereo abbattuto, nel maggio del 1944, nei cieli sopra Codigoro. Brevetto di volo a vela conseguito da Schminke prima di entrare nella Luftwaffe. La scuola di volo a vela di Poggio Renatico restò attiva, unitamente ad altre otto scuole sul territorio nazionale, sino allo scoppio della seconda guerra mondiale. 



LA SECONDA GUERRA MONDIALE A POGGIO RENATICO

Allo scoppio della seconda guerra mondiale l’aeroporto di Poggio Renatico vide le forze aeree sino ad allora presenti, impegnate da tempo su vari fronti. Questa situazione lasciò l’aeroporto in un periodo di stand by sino all’8 settembre del 1943 quando il paese, a seguito dell’armistizio, si trovò allo sbando. I primi a pagarne le spese furono i militari che, dopo aver ricevuto pochi ordini e molto confusi, si ritrovarono coinvolti nella macchina di occupazione tedesca, il cui esercito, approfittando dello stato confusionale generale delle forze armate italiane prese possesso di aeroporti, stazioni ferroviarie e caserme, soprattutto al nord.

Anche gli aeroporti di Ferrara e Poggio Renatico rientrarono in quelle strutture di cui i tedeschi presero pieno possesso. Gli aeroporti di Ferrara e Poggio Renatico diventarono così basi della Luftwaffe. Questa presenza si protrarrà sino al maggio dello stesso anno, con poco più di due mesi d’intensa attività aviatoria. In seguito agli intensi bombardamenti degli alleati, il campo venne abbandonato. 

In quel periodo i caccia più utilizzati dai piloti della Luftwaffe nei due aeroporti furono i famosi Messerschmit Bf 109 – G6, velivoli dalle qualità eccezionali. Dalla documentazione si può riscontrare che dagli aeroporti di Ferrara e Poggio Renatico si alzarono in volo alcuni dei migliori piloti dell’aviazione tedesca.

Tra la fine del 1943 ed il settembre del 1944 operarono dall’aeroporto di Poggio Renatico, sempre alle dipendenze della Luftwaffe prima alcuni bombardieri leggeri italiani, poi i caccia Messerschmit Bf 109, infine i temibili Junkers Ju 87 D (Stuka), famosi bombardieri in picchiata. 




IL MISTERIOSO AEREO DI POMPOSA RITROVATO QUASI SESSANT’ANNI DOPO


Il 12 maggio del 1944 verso le ore 14.00, nel cielo di Codigoro ebbe luogo un combattimento aereo tra velivoli tedeschi ed alleati. Un Messerschmitt Bf 109 - G6, decollato dall’aeroporto di Poggio Renatico, colpito in volo, precipitò nella tenuta S. Francesco in zona Pomposa. Come raccontano i testimoni oculari, l’aereo sprofondò nel terreno disintegrandosi e provocando una voragine di circa dieci metri di diametro e tre di profondità. Le ali ed altre parti dell’aereo erano sparse attorno al luogo dell’impatto ed i militari tedeschi giunti sul luogo per tentare il recupero del pilota e del velivolo caricarono diverso materiale su degli automezzi, visto però che il recupero completo era impossibile decisero di coprire i resti del pilota e di quel che rimaneva dell’aereo. Da allora sino al 3 aprile del 2001 quella fu la tomba del pilota tedesco. Nel 1969, precisamente il 12 novembre , sulla “Gazzetta di Ferrara” appare un articolo in cui Vittorio Lanzoni, testimone oculare allora quattordicenne, raccontava che il Cav. Ferretti, a quel tempo affittuario della tenuta S. Francesco, in punto di morte gli consegnò una mappa in cui era segnato il luogo dove si sarebbero trovati i resti del pilota e dell’aereo ed il Lanzoni si impegnò per dare una degna sepoltura al militare.
Nel 2000 un gruppo di amici appassionati di storia ed aeronautica costituirono un Comitato denominato “Airone” che in pochi mesi di attività, in collaborazione con il Comune di Codigoro e con altri Enti ed Associazioni, riuscì a mettere a punto le procedure burocratiche e a raccogliere i fondi necessari ad attuare il progetto di recupero.
Il 2 aprile, i responsabili del recupero - geometra Franco Finottelli ed Enrico Trevisani del Centro di Documentazione Storica del Comune di Ferrara - diedero il via definitivo all’impresa incaricata di impiantare il cantiere e predispone il filtraggio dell’acqua di falda presente in profondità. Le pompe lavorarono per oltre venti ore ininterrottamente poi si iniziò a scavare. A circa quattro metri di profondità la benna della macchina operatrice sfiorò un oggetto metallico, venne interrotto lo scavo e personale attrezzato di metal detector e attrezzi manuali scese nella buca cercando di capire la consistenza dei resti dell’aereo, nel frattempo un odore acre di benzina si diffuse nell’aria. Iniziò ad affiorare il ruotino di coda ed alcuni pezzi di alluminio, ci si rese però subito conto che, come avevano raccontato i testimoni, l’aereo precipitando al suolo si era ridotto in mille pezzi. Affiorarono i cavi della timoneria di coda ed alcuni pezzi di vetro, forse della cabina di pilotaggio, si pensò subito di trovare i resti del pilota ed infatti il medico presente al campo, dott. Lorenzo Cappellari, riconobbe alcuni resti umani. Vennero raccolte anche: la cintura di sicurezza, l’antenna della radio, il collimatore per il puntamento delle armi, le due mitragliatrici, il cannoncino, due pale dell’elica ed il paracadute intatto ma con il segno evidente di un foro di proiettile. Si cercò ancora il motore ed i resti del pilota, sondando il terreno con il metal detector e finalmente un suono deciso segnalò la presenza di una massa ferrosa: era il motore dell’aereo, ma del pilota ancora niente. Pochi istanti dopo una voce emozionata comunicò di aver individuato i resti del pilota. Iniziò così la penosa opera di recupero, frammenti della tuta di volo, del cinturone di cuoio con la fondina e la pistola ancora all’ interno, la camicia con lo stemma dell’aquila. All’interno delle tasche vennero trovati diversi effetti personali e la piastrina di riconoscimento. Finalmente si scoprì l’identità del pilota, con estrema delicatezza e tanta emozione venne aperto il porta documenti, all’interno il brevetto di volo a vela ancora leggibile: Ufficiale Karl Heinz Schmincke nato il 03. 01. 1922. Dopo cinquantasette anni i resti del pilota sono stati tumulati presso il cimitero di guerra tedesco di Costermano dove Schmincke riposa in pace.

L’AERONAUTICA MILITARE RITORNA A POGGIO RENATICO 

La rinascita della base di Poggio Renatico avvenne in seguito al riassetto dell’Aeronautica Militare nell’immediato dopoguerra, quando all’inizio degli anni 50 l’arma intraprese la sperimentazione e l’utilizzo di uno strumento ormai divenuto indispensabile per le attività aviatorie: il radar.

A Ferrara fu installato nel 1951 il primo radar con una particolare antenna a dipoli identificata con il nome di “materasso” per la sua forma a rete, l’ AMNES 10. Questo radar era dello stesso tipo di quello utilizzato dagli inglesi nella seconda guerra mondiale sulla Manica per contrastare le incursioni aeree tedesche.

Il nominativo radio utilizzato per la stazione era ”Pioppo”. Nel 1957 vennero installati nuovi radar di maggiore potenza e precisione. L’anno seguente fu costituito all’aeroporto di Ferrara quello che si può definire il nucleo iniziale dell’11° Gruppo Radar. Con gli anni ‘70 inizia una profonda trasformazione del sistema di difesa aerea dell’Aeronautica Militare per un adeguamento commisurato al progredire del mezzo aereo. Nel luglio del 1972 il Centro Operativo di “Pioppo” si trasferisce dall’aeroporto di Ferrara a quello di Poggio Renatico ed è equipaggiato con il nuovo radar ARES B, capolavoro dell’ingegneria elettronica e unico esemplare installato in Italia, avente una portata di circa 400 kilometri. Anni dopo l’installazione, anche la nuova antenna radar fu protetta dalle intemperie con una copertura a cupola. Il radar di fabbricazione francese permetteva il rilevamento del velivolo, della distanza e della quota. La base venne equipaggiata di un elaboratore elettronico che sconvolse tutto il sistema operativo portando una vera rivoluzione tecnologica all’interno della base. Ormai tutte le informazioni erano computerizzate ed era possibile collegarsi e scambiare dati con altre basi, anche situate in altri stati, in tempo reale. L’11° G.R.A.M., come è stato denominato il reparto di Poggio Renatico, è rimasto attivo sino al 1998, data della sua soppressione.


Il 1° gennaio 1998 fu costituito, sulla base di Poggio Renatico “Giuseppe Veronesi”, il Comando Operativo delle Forze Aeree, precursore dell’attuale Comando Operazioni Aerospaziali. Inizialmente operante dall’aeroporto di Vicenza "Tommaso Dal Molin", si trasferì presso la base di Poggio Renatico completamente, con tutte le sue articolazioni, il 1° settembre 2003. Esso era uno dei quattro Alti Comandi dell’Aeronautica, costituiti a seguito della riforma delle Forze Armate del 1997, che vide il passaggio dell’Aeronautica da una struttura territoriale (1^, 2^ e 3^ Regione Aerea) ad una per funzioni (“scuole”, “logistica”, “addestramento” e “operazioni”). Fu l’organismo tramite il quale il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, in qualità di Comandante delle Forze Aeree (CFA), esercitava il comando operativo sulle forze aeree. 

Assicurava l’efficace impiego delle Forze Aeree attraverso un processo di pianificazione operativa, la gestione delle operazioni nonché la verifica delle prontezze e delle capacità delle forze.

Tramite le articolazioni da esso dipendenti, svolgeva i compiti corrispondenti alle attività operative di istituto dell’Aeronautica Militare, cioè l’esercizio del controllo operativo sugli assetti dedicati al SAR (Search And Rescue), alla Difesa Aerea  e al trasporto aereo cosiddetto “operativo” (incluso quello da/per i teatri fuori dai confini nazionali); la  supervisione, il coordinamento e l’approvazione delle attività quotidiane di volo OAT (“Operative Air Traffic”, cioè quei voli, militari e non, che non seguono la regolamentazione del traffico aereo generale); la direzione, il coordinamento e il controllo, per gli aspetti di Forza Armata, di tutti i Reparti e le risorse impegnate in operazioni fuori area, per i quali il COFA svolgeva la funzione di “collettore” nazionale, per poi procedere ai coordinamenti delle azioni necessarie a supportare le forze nei teatri operativi.

Il COFA fu anche l’elemento di congiunzione tra la catena di comando e controllo della NATO e l’organizzazione nazionale, in quanto il relativo Comandante espletava la duplice e paritetica funzione di Comandante del COFA e Comandante del CAOC 5.

La base aerea di Poggio Renatico, nel 1998, accolse solo il Centro Operativo del COFA (un ente che nacque dalla fusione del 1° R.O.C. di Monte Venda e dell'11º Gruppo radar) e il quartier generale del COFA, che forniva supporto tecnico/logistico/amministrativo alle articolazioni presenti sul sedime. Come già detto, il 1 settembre 2003 si completò il trasferimento presso la base di Poggio Renatico del C.O.F.A. e la Sezione Operativa Difesa Aerea passò alle dipendenza della Direzione Operazioni del COFA.

Il 1° novembre del 2006 “Pioppo Radar” è nuovamente un reparto autonomo con la denominazione di Gruppo di Riporto e Controllo Difesa Aerea (GRCDA), alle dipendenze gerarchiche del Centro Coordinamento Gruppi Radar AM (CCGRAM) del COFA. Nel 2010 il COFA è soppresso ed è istituito su Poggio Renatico il COA (Comando Operazioni Aeree) sotto la cui direzione confluisce il CCGRAM. Dal marzo 2017 questa entità della Difesa Aerea si sviluppa in Reparto Difesa Aerea Missilistica Integrata (ReDAMI), da cui dipendono i due gruppi di Difesa Aerea dislocati sul territorio nazionale: l’ 11° Gruppo DAMI (con sede a Poggio Renatico) e 22° Gruppo DAMI (con sede a Giuliano in Campania).


Attualmente, il Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico (nuova denominazione assunta dal 12 aprile 2021) assicura l'efficace impiego delle risorse aeronautiche del ministero della Difesa attraverso un processo di pianificazione e di condotta delle operazioni, in Patria e nei Teatri fuori dai confini nazionali. 

La struttura organica del Comando Operazioni Aerospaziali è stata profondamente rinnovata e sono stati posti alle dipendenze del Comandante del COA i seguenti Enti/Reparti, situati presso la base aerea di Poggio Renatico:

  • il Reparto Operazioni (RO) deputato ad assicurare la pianificazione e l'impiego del potere aerospaziale;
  • la Brigata Controllo Aerospazio (BCA) responsabile del settore Difesa Aerea e Missilistica e del controllo del Traffico Aereo Operativo nel territorio italiano,;
  • l'Italian Air Warfare Centre (IT-AWC) che si pone come centro di sviluppo dottrinale e al contempo assicura la preparazione alle operazioni aerospaziali con appositi corsi;
  • il National Air and Space Operations Centre (NASOC) attraverso il quale sono condotte e gestite principalmente le operazioni aeree correnti, riguardanti il servizio di ricerca e soccorso (S.A.R.), il servizio di trasporto aereo, la gestione dei voli addestrativi operativi delle Forze Armate, il supporto meteorologico per i voli operativi;
  • il Centro Space Situational Awareness (CSSA) a supporto delle attività operative spaziali delle FFAA a livello tattico, operativo e strategico che garantisce la fornitura dei servizi associati (Space Situational Awareness (SSA) / Space Surveillance and Tracking (SST).